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Semi-solo

Mi sveglio allietato dal cigolio delle mille molle del materasso, da tempo ruggini. Sulla sedia accanto alla branda, la sveglia lampeggia svogliata 00:00. Mi alzo di scatto, nel caso sia in ritardo per qualcosa. Sposto la sveglia sul letto e mi siedo al tavolino per fare colazione. Accanto al cucchiaio in titanio un po' mordicchiato, la ciotola di pseudo-cereali è strapiena, preparata con cura dal riconvertitore mentre dormivo. Ieri sera ho tagliato capelli e barba, quindi c'è più fibra del solito, e sgranocchio con soddisfazione. Alzo la tendina del finestrino, e casa è improvvisamente illuminata dai raggi del semi-sole. I raggi sono dodici su questo lato, sfavillano abbacinanti verso la punta, ma più vicino al finestrino, dove i bulloni di amiantone li attaccano alla scocca, sono rosei come il tramonto nel libro dei Cavalli Nani Parlanti. Ma non è il tramonto adesso, non è neanche l'alba. Nella cabina del semi-sole sono sempre le 00:00, mentre fuori dallo spesso vetro, oltre i bulloni ed i raggi, sulla Terra lontana vedo che è sempre a mezzogiorno.

Finita colazione, dopo un salto al riconvertitore, ripiego il tavolino e la sedia. Prendo la scatola degli attrezzi da sotto la branda, ed al suo posto spingo il mobilio appiattito. Dalla scatola prendo il diario su cui scrivo di tutti i miei sogni e pensieri, che ho portato con me di nascosto quando mi hanno assegnato alla manutenzione del semi-sole. Pur essendo un Oggetto Non Previsto, il riconvertitore l'ha sempre ricreato correttamente, ma negli anni ha iniziato a dimenticarsi dei dettagli. Il segnalibro è sparito, il disegno sulla copertina è stato sostituito dal diagramma del circuito di oscillazione stagionale, e le pagine si sono ridotte a quattro, quando va bene. Ma di questi tempi faccio pochi sogni, e penso ancora più di rado, quindi mi basteranno ancora per un po'. Annoto 00:00, l'ora a cui mi sono svegliato oggi, poi rimetto via il diario.

Il riconvertitore è ancora occupato con i postumi della colazione e non sta prestando attenzione, così prendo dalla scatola degli attrezzi l'altro Oggetto Non Previsto, quello che non approva. È un libro sottile e quadrato, ma quando lo sollevo nella luce del semi-sole, è l'oggetto più colorato di tutti i due metri per due metri per due metri di casa. Più rosso della spia che lampeggia sul filtro dell'aria, più rosa dell'amiantone caldo, più giallo del bottiglione alla base del letto, più verde degli pseudo-cereali. Più blu, molto molto più blu, della Pozzanghera delle Marianne che ogni tanto vedo dal finestrino. Il ponte di colori su cui corrono i Cavalli Nani Parlanti riesce sempre a farmi sorridere, e in un attimo mi perdo a sfogliare il racconto.

Uno scoppiettio più forte degli altri mi riporta alla realtà: il riconvertitore ha quasi finito, e di corsa rimetto il libro sul fondo della scatola. Faccio appena in tempo ad invertire il mio sorriso quando, con una lunga pernacchia, dalla fessura più vicina esce la lista delle manutenzioni, ordinate per priorità. Prima pulire, lucidare e massaggiare il riconvertitore, poi controllare i 168 raggi del semi-sole, e se avanza tempo dare un'occhiata al filtro dell'aria. Sulla parete, l'occhio del riconvertitore ammicca con la sua palpebra meccanica. "Non ti ho lucidato ieri, Convi?"—"Sul semi-sole non ci sono giorni," gracchia l'altoparlante. Scorro di nuovo la lista, poi la butto nel riconvertitore. La pseudo-pelle di pseudo-daino è grossa come un francobollo, ci vorranno ore.