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Crackers

Il lato della palude che volgeva a nord era il più cupo e misterioso. Nessuno sapeva esattamente quanti loschi affari venissero conclusi, quante antilopi fossero vendute al mercato nero delle antilopi, quanta desolazione negli sguardi delle persone desolate si potesse misurare con un misuratore di desolazione oculare. I ricchi e potenti da anni avevano smesso di investire soldi per il recupero delle zone a “poco interesse economico e sociale”, forse l’invio di quel giovane funzionario rappresentava un’inversione di tendenza proprio ora che la seconda guerra era scoppiata ed era importante rendersi conto del limitrofo e del perimetrale. Ci si aspettava che l’inviato arrivasse con la marea delle 7, ricoperto di humus. Attraversare la palude a spinta non faceva per quei sofisticati e inesperti uomini di città’, abituati all’acqua calda senza carburi di cromo e al dolce benessere del superfluo. Chi viveva ai bordi della palude aveva fatto dell’umido uno stile di vita. Le persone più deboli erano marcite nei secoli, le persone più intelligenti erano andate via, ma gli individui più forti si erano adattati al clima e al disagio trasformando quel luogo inospitale in un luogo inospitale abitato. Insetti, predatori da acquitrino, macchine di acqua, e timo erano ovunque.

Catarifrancesco finalmente raggiunse un attracco più o meno sicuro, di certo non avrebbe potuto sperare di meglio. Un figura sciolta ma viva era gocciolante alla destra del palo attorno al quale per legge tutti dovevano girare prima di attraccare una qualsiasi imbarcazione da acquitrino. La zona portuale era molto movimentata, odori suoni e colori ravvivavano quell’angolo di mondo umido e caldo mentre le zanzare olifante ronzavano docili e tumultuose in un blu tendente al verde marcio. Nessuno presto’ troppa attenzione alla presenza di quel giovane diverso da ogni forma di vita locale, gli abitanti del luogo ormai avevano smesso di preoccuparsi di qualsiasi cosa fosse “invasiva”, la durezza della natura avrebbe prima o poi sistemato ogni intrusione. Catarifrancesco mise piede sulla banchina flottante con la stessa cautela di chi mette piede su una banchina flottante senza conoscerne la solidità. Passo dopo passo trascino’ la sua pesante valigia piena di documenti e vestiti indagando con lo sguardo a 180 gradi, trascuro’ ciò che stava alle sue spalle perché la palude era pur sempre la palude, e aveva speso quasi 4 giorni di navigazione su acquitrino. Una signora su una sessantina di fagioli ammaestrati, rotolanti a comando, si avvicino’ al giovane. “Benvenuto, cerca alloggio, antilopi o problemi?” chiese educatamente la donna. Catarifrancesco porse un documento ufficiale recante firma ufficiale del governo “Signora sono qui per conto del Ministero della Salute, devo studiare la zona e proporre un piano di miglioramento per la salute di tutti”. La signora incredula inizio’ a colpire ripetutamente con entrambe le mani le proprie gambe in prossimita’ delle tasche del suo vestito verde, dopo poco mise le mani in tasca e tiro’ fuori due manciate di crackers sbriciolati freschi, poi senza aggiungere altro invito’ il ragazzo a seguirla in una delle mille vie che come piccole arterie si ramificavano verso l’entroterra.

Catarifrancesco si trovo in poco tempo in una stanza che non avrebbe mai saputo raggiungere in uno dei palazzi non lontano dal porto, al sicuro e all’asciutto. Accese lo spegni agrumi e istantaneamente tutte le arance del giardino sottostante si spensero. Si mise a dormire sperando finalmente in una notte lunga e priva di umidità’, mentre i suoni della palude che per i precedenti giorni lo avevano allarmato ora lo accompagnavano in un umido abbraccio.

2015-01-13 - #Catarifrancesco